COP21, A PARIGI UN ACCORDO STORICO

Il presidente della Cop21 Laurent Fabius ha usato un martelletto, rigorosamente verde, per sancire l’accordo che i 195 stati presenti alla conferenza sul clima di Parigi hanno votato. Platea in piedi e applausi scroscianti per quello che è stato già definito un accordo dal valore storico.

Limite di 1,5 gradi al rialzo della temperatura, cento miliardi di dollari per i Paesi in via di sviluppo e revisione ogni cinque anni sui tagli alle emissioni nocive. Questi i tre punti fondamentali dell’accordo.

“Vorrei che tutti coloro che hanno partecipato a raggiungere questo traguardo fossero presenti qui oggi”: con queste parole Fabius aveva presentato l’accordo raggiunto dalla 21esima conferenza sul clima delle Nazioni Unite dopo 13 giorni di negoziati. “Abbiamo la bozza che è giusta, ambiziosa ed equilibrata e che riflette tutte le parti. È giuridicamente vincolante”.

Accanto a Fabius, il presidente Francois Hollande e il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon. “Questo accordo”, aveva proseguito, “è necessario per il mondo intero e per ciascuno dei nostri paesi. Aiuterà gli stati insulari a tutelarsi davanti all’avanzare dei mari che minacciano le loro coste; darà mezzi finanziari all’Africa, sosterrà l’America Latina nella protezione delle sue foreste e appoggerà i produttori di petrolio nella diversificazione della loro produzione energetica. Questo testo sarà al servizio delle grandi cause: sicurezza alimentare, lotta alla povertà, diritti essenziali e alla fine dei conti, la pace. Siamo arrivati alla fine di un percorso ma anche all’inizio di un altro. Il mondo trattiene il fiato e conta su tutti noi”.

L’intesa era stata finalizzata nella notte. Il testo è stato tradotto in sei lingue prima di essere presentato. Il documento sarà aperto alla firma presso il quartier generale delle Nazioni Unite dal 22 aprile 2016 al 21 aprile 2017.

Guarda il video dell’annuncio, andato in diretta su molti social network:

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I punti chiave. L’obiettivo più ambizioso è il contenimento della temperatura: “Limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi centigradi entro il 2020, forse fino agli 1,5 gradi. Questo consentirebbe di limitare significativamente i rischi e gli impatti del riscaldamento”, aveva annunciato Fabius in mattinata. Poi, i 100 miliardi di dollari da destinare ai paesi in via di sviluppo. Il progetto di decisione che accompagna l’accordo “prevede che i 100 miliardi di dollari all’anno da qui al 2020” che devono essere mobilitati per i paesi in via di sviluppo “sia una base di partenza. Un nuovo obiettivo finanziario sarà fissato al più tardi nel 2025”. Infine, le emissioni nocive: i piani nazionali per il taglio dei gas serra saranno sottoposti a revisione ogni cinque anni. Il progetto di accordo prevede inoltre che le parti “puntino a raggiungere il picco delle emissioni di gas serra il più presto possibile”, e di proseguire con “rapide riduzioni dopo quel momento” per arrivare a “un equilibrio tra le emissioni da attività umane e le rimozioni di gas serra nella seconda metà di questo secolo”.

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In chiusura del suo intervento davanti alla plenaria, il presidente della Conferenza Onu sul Clima aveva citato Nelson Mandela: “Nessuno di noi agendo da solo può raggiungere il successo, il successo è portato da tutte le nostre mani riunite”.

“Il traguardo è in vista, ora finiamo l’opera”, aveva aggiunto il segretario generale Ban Ki-moon. “È arrivato il momento di capire che gli interessi nazionali sono preservati al meglio agendo nell’interesse comune internazionale”. E ha aggiunto: “Le soluzioni al cambiamento sono sul tavolo, sta a noi prenderle”.

“Avete lavorato molto, notte e giorno, e voglio esprimersi la gratitudine della Francia”: cosi Francois Hollande questa mattina. “Ora”, aveva detto diretto alle 195 delegazioni dei paesi presenti al Summit, “starà a voi dare una conclusione a questo accordo e compiere l’ultimo sforzo. Solo voi potete portare una risposta. Il testo preparato e che vi è stato presentato è ambizioso e realistico e invita alla responsabilità”. Il 12 dicembre 2015, aveva proseguito il presidente francese “sarà una data storica per l’umanità perché sarà il primo accordo universale nella storia dei negoziati in termini climatici”. E, anticipando le critiche, aveva aggiunto: “Non tutte le richieste sono state soddisfatte” ma “saremo giudicati per un testo non per una parola, non per il lavoro di un giorno ma per un accordo che vale per un secolo”. Quello della Conferenza Onu sul Clima, aveva detto in conclusione del suo discorso: “può essere un messaggio di vita”, e “sono orgoglioso che sia inviato proprio da Parigi, che è stata colpita dalla morte un mese fa”.

(via Repubblica.it)