Il nuovo Ministero per la Transizione Ecologica è la vera novità del Governo guidato da Mario Draghi. Una decisione sulla quale sembrerebbe confidare molto il Presidente del Consiglio per attuare la svolta ambientalista prevista nel suo esecutivo.
Il neo-nato dicastero sostituisce di fatto il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare fondato nel 1986. Lascia dunque l’incarico Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente dal 2018.
Nominato alla guida di questo ministero mai esistito prima, eppure centrale negli anni a venire, è il fisico e scienziato Roberto Cingolani.
Con la nuova denominazione, l’attuale ministero dell’Ambiente, nato in Italia dal 1986, dovrebbe includere in sé le funzioni anche del Ministero dello Sviluppo Economico.
All’interno del Ministero dell’Ambiente, così come tradizionalmente lo conosciamo, esiste già un dipartimento per la Transizione ecologica che come descritto dal sito “cura le competenze del ministero in materia di economia circolare, contrasto ai cambiamenti climatici, efficientamento energetico, miglioramento della qualità dell’aria e sviluppo sostenibile, cooperazione internazionale ambientale, valutazione e autorizzazione ambientale e di risanamento ambientale”.
Dalla sua nascita, il nuovo dicastero sulla “Transizione Ecologica” dovrebbe avere in dote la gestione i circa 69 miliardi previsti come capitolo di spesa dal Piano nazionale per accedere ai fondi del Next Generation Ue.
Il compito dovrebbe essere quello di trasformare del sistema produttivo verso un modello più sostenibile, che renda meno dannosi per l’ambiente la produzione di energia, la produzione industriale e, in generale, lo stile di vita delle persone.
Un ministero omologo è stato costituito in Francia dal presidente Emmanuel Macron, con a capo la ministra Barbara Pompili. Si tratterebbe dell’evoluzione del ministero dell’ambiente nato nel 1971 e che negli anni ha preso il nome di “ministero per la qualità della vita” e “ministero dello sviluppo sostenibile”.
Anche in Spagna è presente un ministero con le stesse funzioni, che il premier Pedro Sanchez ha assegnato alla ministra Teresa Ribera Rodriguez. I principali obiettivi stabiliti nel 2018 sono quelli di portare al Congresso una legge sui cambiamenti climatici ed elaborare un piano energetico per i prossimi 10 anni per presentarlo a Bruxelles.
Chi è il nuovo Ministro Roberto Cingolani.
Nato a Milano sessant’anni fa, Cingolani si è laureato in fisica all’Università di Bari, dove ha conseguito anche il dottorato, per poi specializzarsi alla Normale di Pisa. E’ stato ricercatore al Max Planck Institut di Stoccarda, in Germania, visiting professor all’Institute of Industrial Sciences della Tokyo University e alla Virginia Commonwealth University, negli Stati Uniti.
Nel 2000 è diventato professore ordinario di Fisica Sperimentale all’Università di Lecce. E un anno dopo nella città pugliese ha fondato e diretto il National Nanotechnology Laboratory dell’Isituto Nazionale di Fisica della Materia.
Grande organizzatore, viene scelto nel 2003 dall’allora ministro delle Finanze Giulio Tremonti e dal suo consigliere Vittorio Grilli come direttore scientifico del neonato Iit di Genova. Una struttura unica nel suo genere in Italia, anche perché può contare su un finanziamento da 100 milioni di euro l’anno e su un profilo giuridico particolare: un istituto pubblico governato come una fondazione privata.
Nel 2016 l’allora premier Matteo Renzi decide di affidare a Cingolani la progettazione di un polo scientifico da realizzare nell’ex area Expo a Milano. Il fisico propone lo Human Technopole, una città della medicina del futuro.
Finito il suo mandato all’Iit, dal 1º settembre 2019 Cingolani è responsabile dell’innovazione tecnologica di Leonardo. Un incarico durato poco più di un anno, vista la convocazione nella squadra di Draghi.
Ora il fisico-manager dovrà gestire la transizione ecologia dell’Italia. E i 70 miliardi che, sui 209 totali, secondo la Commissione Ue il nostro Paese dove investire per rivoluzionare trasporti ed energia. Con l’obiettivo di azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050.