La produzione dei rifiuti nel 2013 è tornata ai livelli del 2001, retrocedendo di oltre 2 punti percentuale rispetto all’ultimo decennio. La flessione è un successo europeo, considerati i 28 Paesi aderenti all’unione, e l’anno di calcolo è il 2012 che fa registrare un forte calo, rispetto al 2011, del 2,4%: da 253 milioni di tonnellate a 246,8 milioni di tonnellate.
Allo stesso tempo è cresciuta invece la raccolta differenziata.A confermarlo è il rapporto annuale del 2014 “Repor Rifiuti” che l’Istituto Ispra (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale) presentato lo scorso 25 luglio.
Uno studio che dimostra che anche in Italia la produzione pro-capite di rifiuti ha avuto un considerevole ridimensionamento: da 536 kg del 2010 ai 487 del 2013.
Le riduzioni, secondo il rapporto, sono legate a diversi motivi:
- la diffusione di sistemi di raccolta domiciliare e/o di tariffazione puntuale che hanno concorso ad una riduzione di conferimenti impropri;
- la riduzione delle quote relative ai rifiuti assimilati, a seguito di gestione diretta da parte dei privati, soprattutto nel caso di tipologie economicamente remunerative;
- altre azioni di riduzione della produzione dei rifiuti alla fonte a seguito di specifiche misure di prevenzione messe in atto a livello regionale o sub-regionale;
- la raccolta differenziata spinta che disincentiva “l’usa e getta” e il buttar via grandi oggetti, vista l’assenza di cassonetti appositivi e l’impegno più gravoso per i cittadini relativo allo smaltimento di rifiuti ingobranti.
Per quanto riguarda l’obiettivo di raccolta differenziata siamo sotto rispetto a quanto previsto per il 2012, anno in cui, secondo il d.lgs. n. 152/2006 e la legge 27 dicembre 2006, n. 296, si doveva raggiungere il 65%.
Le performance italiane, divise per le tre macro aree, sono invcece pari :
- al 54,4% per le regioni settentrionali;
- al 36,3% per quelle del Centro;
- al 28,9% per le regioni del Mezzogiorno.
Una crescita non di certo veloce, come si può notare nel grafico riportato, che se è evidente nel centro e nel sud Italia, nel nord fa registrare addirittura un leggero calo del 2%.
La classifica delle regioni riciclone vede ancora in vetta il Veneto, da quest’anno in una sorta di ex aequo con il Trentino Alto Adige. Con il 64,6% loro hanno raggiunto l’obiettivo del 2012, seguite dal Friuli con il 59,1% e al quarto da una regione del centro, le Marche con il 55,5% . Il Piemonte chiude la classifica dei primi cinque con il 54,6%.
In fondo abbiamo all’ultimo posto la Sicilia con il 13,4 e penultima la Calabria con 14,7%, segue in questa classifica al contrario il Molise con 19,9 poi la Puglia con 22% e la Basilicata con il 25,8.